2023 – Nonna

NONNA DI DIO
Vorrei, caro Dio, imparare ad accoglierti non tanto come una madre attende una nuova vita. Troppe aspettative, ansie e paure attraversano quel tempo di attesa.
Vorrei, piuttosto, aspettare la tua venuta come una nonna attende la nascita del nipotino. Maschio, femmina, non fa differenza. È gioia pura. Un figlio, lo si desidera, lo si programma, una figlia la si immagina nel gioco delle somiglianze, nella scelta del nome, ma per una nonna l’annuncio dell’arrivo di un nipote, di una nipote è sola grazia. Felicità inattesa seppur e tanto desiderata. E le fatiche di una lunga vita sembrano farsi più leggere. Si scoprono nuove energie, si ritrovano giochi dimenticati, filastrocche lontane nella memoria. C’è leggerezza nella nuova relazione. C’è stupore e fascino verso quella nuova vita. Un nipotino, una nipotina non ha bisogno di essere perfetto per essere amato, anzi, è spesso quello più fragile, più difficile che si avvinghia al tuo cuore. Vorrei caro Dio, accoglierti così: come il nuovo che irrompe in una vita stabile, solida eppure un po’ polverosa. Tu entri nella casa della mia esistenza e rompi il silenzio con una fragorosa risata o con un pianto inconsolabile… e poi apri cassetti, crei un allegro disordine. Forse qualcosa si rompe, ma che miracolo ritrovarsi a carponi sul tappeto insieme a te a trasformare vecchi cartoni in un’astronave. Mi fai scoprire la forza dell’immaginazione che osa vedere possibilità laddove altri vedono solo disordine. E i ruderi di esistenze affaticate si aprono a nuovi sguardi con te che mi riempi di baci appiccicosi e non ti stanchi mai di giocare. “Facciamo finta che…” Quanta serietà metti nel giocare. Perdiamo il senso del tempo e la cucina è oramai una nave di pirati, il lavandino il suo porto ed il fornello il faro. Tu sei il capitano e io il tuo marinaio e trasformiamo il mondo. E allora immagino anch’io…immagino di interrogarti sulle ferite della mia terra, sulle guerre e sul dolore che queste producono a ciclo continuo. Le tue risposte sono semplici, disarmanti, appunto: senza armi. La pace con voce di bambino è cosa semplice, possibile… E mentre ti ascolto mi chiedo se la trasformazione del mondo non passi anche da qui, dalla sapienza di un bambino, dalla forza immaginifica di un Dio-nipote che mette in moto nuove energie e ridona vigore ad un vecchio mondo stanco e acciaccato come il corpo di una nonna. Buon Natale.

(Lidia Maggi)