La sorgente della vita

“Quanto è preziosa la tua grazia,o Dio. Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali. Si saziano dell’abbondanza della tua casa e li disseti al torrente delle tue delizie. E’ in te la sorgente della vita. Alla tua luce vediamo la luce.” (Sal 36)

Un centro dorato in mezzo alle acque cristalline, giù nel profondo. Un centro fondamentale trovato il quale si possono anche accettare i mutamenti, le tempeste. Ancorati a questo centro si possono anche affrontare cambiamenti dolorosi, si può imparare ad assecondare le trasformazioni. Quieta presenza in noi del Signore da riscoprire scavando attraverso fango, sassi detriti. Facendo spazio, dilatando l’attenzione. Affinando la sensibilità. Rinnovando la memoria. Affidandosi ad una esperienza. Limpida sorgente custode di una energia in grado di attraversare tutti gli strati oscuri, pesanti,opprimenti, per scaturire in novità di vita fresca, dissetante, rigenerante. Nutriti nel profondo per essere generati ad una nuova nascita. Come Nicodemo riappellati a lasciarsi intimamente ri-generare da una voce conosciuta, da una presenza amicale. Le profondità rocciose fanno spazio ad una lieve spirale che indica il percorso ascendente dell’acqua che va a scaturire in un fiume che sbocca ridente nel mare. Essa risale affrontando il bollore incandescente del magma, la fredda durezza della pietra, l’oscuro disorientamento della terra, per scaturire in un fiotto di gioia e di fiduciosa allegrezza che, come un calmo respiro, scorre verso il mare.

Un sole scoppiettante sottolinea la generosità del dono di vita che avvolge di luce le sottili nuvole e va ad accarezzare il mare e le dolci colline. Duplice presenza del fuoco nell’arazzo, nelle fiamme scaturenti dal ribollire del magma e nei bagliori guizzanti del sole.

L’aria, leggera come un sospiro, prende forma di un soffio che si libra nello spazio là dove cielo e acqua si fondono lasciandosi pennellare d’oro dalla luce del sole.

Tutto l’arazzo è abitato da un duplice fluire: dal basso verso l’alto e dall’alto al basso. Esso invita ad un viaggio coinvolgente. A rientrare in sé percorrendo ogni regione del nostro essere, quelle solari e ridenti e quelle più oscure e scabrose. Giù verso il basso a contattare ciò che abita nel profondo. Senza disperdersi. Fino a scoprire un luogo tranquillo, sereno, luminoso che è nel profondo di ognuno di noi. Un luogo abitato dalla presenza divina. Luogo ricolmo dei doni che ci sono stati affidati. Da esso siamo guidati a risalire, a riattraversare nell’accettazione il chiaro-scuro che ci abita. La nostra ambiguità. Noi terra arida, sassosa, inerte. Dalla Sua presenza resi terreno accogliente, fertile, fecondo. Dalla Sua Vita resi capaci di donare comprensione, partecipazione, accoglienza, tenerezza. Solo così innumerevoli ruscelli possono confluire in un fiume vasto, le cui acque si perderanno nel mare raggiungendo una vastità smisurata.